Quando si parla di ergonomia nel contesto dell’ufficio ci si riferisce in genere al design dei mobili e delle apparecchiature, ma il compito dell’ergonomo va ben oltre il design delle attrezzature.
In Italia, la Legge 626 del 1994 impone ai datori di lavoro non solo di fornire attrezzature ergonomicamente adatte ma anche di garantire a tutto il personale un’adeguata informazione e formazione (Art. 56).
Quanti manager pensano che per adempiere ai propri obblighi sia sufficiente mettere a disposizione una sedia ergonomica? Quanti impiegati sanno utilizzare le apparecchiature in modo ottimale?
E’ qui che entra in scena il consulente ergonomico: un esperto si accorge immediatamente se un operatore non sta utilizzando al meglio la propria attrezzatura, che sia una sedia, un centralino telefonico, una tastiera o un mouse, e sa suggerire modi alternativi di compiere le stesse azioni con minore sforzo.
Movimenti che noi consideriamo “normali” possono sottoporre i muscoli ed i tendini a sforzi eccessivi, causando Repetitive Strain Injuries (RSI), quale Carpal Tunnel Syndrome (CTS) ed altri disturbi dolorosi.
Un’esauriente analisi del posto di lavoro assicura il benessere dell’impiegato, particolarmente nel caso di operatori di videoterminale. Ne consegue un miglioramento del morale del personale, una diminuzione delle giornate perse per malattia ed un aumento della produttività. Quando i dipendenti si sentono a loro agio in un ambiente di lavoro ben allestito, i risultati dell’azienda nel suo insieme sono destinati a migliorare.
Ecco come il costo delle soluzioni di ergonomia si trasforma non solo in mancate sanzioni riguardo la sicurezza e tutela dei lavoratori, ma anche in investimento in produttività individuale e aziendale.
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